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13 aprile 2017

Pasqua: l’Umbria vestita a festa tra Arte, Fede e Tradizione

Settimana di Pasqua, l'Umbria vestita a festa tra Arte, Cultura, Fede e Tradizione

Settimana di Pasqua, l’Umbria vestita a festa tra Arte, Cultura, Fede e Tradizione

Settimana di Pasqua, l’Umbria vestita a festa tra Arte, Cultura, Fede e Tradizione

Con la settimana di Pasqua l’Umbria indossa il suo vestito migliore e si prepara ad accogliere le migliaia di turisti che sceglieranno la regione per trascorrere le festività. Per loro tante opportunità per apprezzare non solo la tradizione ma anche l’arte. A Palazzo Baldeschi sono in mostra capolavori degli antichi maestri quali Giotto, Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Dosso Dossi, Carracci, Lanfranco, Guercino, fino a quelli del XIX e XX secolo come Fattori, De Nittis, Boldini, Carrà, de Pisis, Morandi. L’esposizione chiude il 15 settembre. Sono 108 le opere esposte, tutte selezionate nel patrimonio di circa 13.000 custodito nelle collezioni delle Fondazioni Bancarie e degli istituti di credito, che nel ‘900 hanno contribuito alla salvaguardia dell’arte italiana, moderna e del passato. La maggior parte dei lavori esposti sono infatti catalogati in ‘Raccolte’, la banca dati consultabile online realizzata dall’Acri, l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio, e sono stati selezionati per dare vita a una sorta di ‘Museo parallelo’, a un avvincente percorso lungo sette secoli di storia dell’arte e al contempo illustrare appunto la pluralità degli orientamenti che stanno alla base del fenomeno del collezionismo bancario. Un excursus che si dipana dal genio di Giotto, che ha rinnovato la pittura, a Giorgio Morandi, il quale, guidato da una controllata coscienza formale, è stato capace di infondere una solennità pacata e austera ai semplici oggetti del quotidiano. Tra questi due poli, si possono ammirare i capolavori di maestri, più o meno noti, appartenenti alle principali scuole che compongono la complessa ‘geografia artistica’ italiana. Fra questi, Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Dosso Dossi, Carracci, Guercino, Cagnacci, Mattia Preti, Giordano, van Wittel, Bellotto, Pompeo Batoni, Fattori, De Nittis, Boldini, Pelizza da Volpedo, Morbelli, Medardo Rosso, Carrà, de Pisis, Dottori.

Da non perdere anche quella con le 30 opere salvate dalle macerie della Valnerina, esposte alla Rocca Albornoziana di Spoleto. Esposizione unica, che rimarrà aperta fino al 30 luglio.

Entrando nello specifico delle cose da non perdere, l’Umbria il Venerdì Santo diventa un insieme di rievocazioni con la Processione del Cristo Morto riportata in scena da quasi tutti i borghi regionali. A Piegaro va in scena “Ecce Homo”, incentrata sul simulacro ligneo di Gesù. Il paese viene illuminato da fiaccole con la processione aperta dalla “Confraternita della buona morte”. Sacra rappresentazione anche a Castel Viscardo, con 60 figuranti in abiti d’epoca. Toccante e storica è quella di Gualdo Tadino. Storica ed evocativa a Panicale, mentre a Tuoro si caratterizza dall’accensione del fuoco nella cava arenaria. Evento carico di misticismo a Cascia, mentre a Norcia la Processione si svolgerà senza i tradizionali abiti d’epoca. Processioni del Venerdì Santo anche a Terni. In tunica nera saranno i protagonisti della processione a Bevagna in quanto membri della Confraternita della Misericordia. Evento molto particolare e da vedere anche a Gubbio e di Marmore. Segnate in agenda anche la processione del Venerdì Santo a Cannara, che si snoderà per le vie di una città illuminata da fiaccole in una atmosfera di silenzio e raccoglimento. Ai partecipanti sarà anche offerto il “Pane della Consolazione” e un omaggio floreale, segno di speranza e resurrezione, da parte della Confraternita della Buona Morte.

Il giorno di Pasqua da segnalare la “Grande fiera di pasqua” nel centro di Perugia e il “Mercatino” di artigianato, modernariato, collezionismo e hobbismo a Castiglione del Lago. A Città della Pieve ci sono i “Quadri viventi”, scene di rievocazione della Passione, morte e resurrezione a cura del Terziere Borgo Dentro. Per Pasquetta, oltre alle meraviglie storiche, artistiche e naturali dell’Umbria, non dimenticare la prima ostensione della Santa Spina di Montone. Diverse anche le escursioni che vengono organizzate, come quella a Rasiglia e nella Valle del Menotre. Tra le tradizioni del giorno di Pasqua c’è la “Rinchinata” di Cannara, una processione che rievoca l’incontro del Cristo Risorto con la Madre. Si svolge ogni anno a Pasqua ed è legata al mondo contadino, che da essa trae gli auspici per i raccolti dell’annata. Si svolgono due processioni diverse che partono da due chiese distinte: San Matteo e San Biagio. La processione che parte da San Matteo, contrassegnata dai confratelli del Santissimo Sacramento, porta la statua del Cristo Risorto. La processione che parte dalla chiesa di San Biagio, contrassegnata dai confratelli di San Rocco, porta la statua della Madonna. Le due processioni con i due simulacri si incontrano sul sagrato della chiesa di San Matteo ove si celebra il momento dell’inchino, ed in base a come questo viene effettuato, cioè dalla riuscita o meno della contemporaneità dell’inchino, se ne traggono gli auspici per il raccolto estivo. Al termine del rito le due statue vengono portate assieme, in una unica processione, per le vie del paese. Infine vengono riposte nella chiesa di San Matteo ove restano fino al giorno dell’Ascensione, dopodiché la statua della Madonna verrà riportata nuovamente nella chiesa di San Biagio.

 

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